Con
questo lavoro ho voluto richiamare esplicitamente il celebre capolavoro di
Leonardo da Vinci. Nel Cenacolo infatti l’artista si è concentrato sul
‘luogo-momento’ preciso in cui Cristo, posizionato al centro delle linee
prospettiche, annuncia ai suoi discepoli: «In verità vi dico, uno di voi mi
tradirà» («Amen dico vobis, quia unus
vestrum me traditurus est» Mt 26,21). Di conseguenza, quasi tutti i
discepoli, con i più diversi gesti e reazioni (ethos e pathos, riprendendo
Aristotele), esprimono il loro sbigottimento e spavento per l’annuncio del
tradimento. Per la prima volta nella rappresentazione post-medioevale
dell’Ultima Cena Giuda non è seduto davanti, bensì dietro il tavolo. Altre sono
le peculiarità che hanno attratto la mia attenzione:
innanzitutto è uno dei
pochissimi dipinti di questo periodo (1495-1497 ca) che rappresenti in modo
inequivocabile il momento dell’annuncio, ovvero la reazione a esso; inoltre
Leonardo dinamizza l’evento sia mediante la divisione dei discepoli in quattro
gruppi di figure diversamente atteggiati, sia mediante la resa accuratamente
calcolata dei gesti di ciascun personaggio. È proprio quest’ultimo aspetto che
mi ha dato lo stimolo per la realizzazione del progetto: realizzare attraverso
25 calchi in resina delle mani dei vari personaggi il luogo e il momento
dell’annuncio del tradimento; ogni coppia di mani è una fedele riproduzione del
capolavoro di Leonardo, tutti i personaggi riprodotti sono attinenti per età e
caratteristiche all’originale,
tutte le coppie di mani sono calchi di persone
diverse (tranne per le mani di Cristo e Giuda che sono tutte e quattro le mie).Le sculture sono poi sostenute da delle piccole basi in ferro e disposte in
un’installazione tridimensionale di dimensioni ambientali. Il titolo, L’Argomento del terzo uomo, si rifà alla
filosofia aristotelica dove è uno dei principali argomenti usati dal filosofo
greco nella critica alla teoria delle idee di Platone. È infatti a partire
dalla negazione della celebre dottrina del suo maestro che Aristotele fondò le
basi della sua metafisica. L’Argomento del terzo uomo è la messa in scena della
notizia che scorre tra i personaggi, diversamente rappresentati, o meglio
sorpresi, in atteggiamenti rivelatori dei loro diversi caratteri psicologici e
delle rispettive individualità
(è noto l’interesse di Leonardo per le reazioni
esteriori e fisiche delle passioni e dei moti dell’animo); diversamente
coinvolti e combattuti tra il libero sfogo passionale suscitato dall’annuncio,
e il rigore della responsabilità e del ruolo rivestito, in un delicato, e
allertato confronto tra ethos e pathos, tra destino e libero arbitrio.
Si riflette sul
concetto di soglia tra umano e divino, tra ciò che appartiene alla terra e ciò
che si eleva nello spirito: un gesto è reazione a una voce che a sua volta è
prolungamento di un pensiero determinato da un gesto... Nello spazio del sacro,
da sacer, sacello, luogo protetto nel quale avviene la rivelazione, dove il
linguaggio si fa luce e prende forma, frammento dopo frammento, nell’attesa
della piena Verità.